L’evoluzione della valigia permette di ricostruire il modo in cui si viaggiava in passato e soprattutto il modo con cui ci si spostava nelle diverse epoche. La concezione di valigia che conosciamo oggi ovviamente non ha nulla a che vedere con i bagagli del passato. Il suo precursore, come vedremo, è stato usato nei secoli fino alla metà del ‘900, ed ha permesso ai nostri avi di riuscire a viaggiare, a volte anche in modo decisamente bizzarro (bagagli che arrivavano a pesare addirittura 800-900 chili), in tutto il mondo. Stiamo parlando dei famosi BAULI.
Uno dei più antichi bauli scoperti avrebbe dovuto infatti accompagnare durante il suo ultimo viaggio, quello nell’aldilà, il faraone Tutankhamon (XIV secolo a. C.). Nella tomba del sovrano egizio sono stati trovati numerosi cofanetti e casse contenenti stoffe, cosmetici e una varietà di oggetti d’uso quotidiano. Del baule se ne servirono più tardi anche Greci e Romani durante i loro lunghi spostamenti via mare o via terra. Si trattava di cofani di legno e bronzo, spesso decorati con avorio e metalli preziosi. Nel Medioevo invece i nobili si facevano addirittura costruire mobili smontabili perché fosse possibile trasportarli negli spostamenti da un feudo all’altro.
Fu nel ’700 che il baule divenne più simile a quello che abbiamo in mente oggi. Era il secolo del “Grand tour”, un viaggio di formazione attraverso l’Europa che era un must per i giovani aristocratici. L’esperienza durava diversi mesi, durante i quali ci si portava al seguito scorte di tutti i generi; non c’era infatti famiglia aristocratica che non intraprendesse un viaggio con carrozze stracariche di bauli e cappelliere. Alla fine del ‘700 diventarono quasi routine anche le traversate oceaniche. Funzionari, commercianti, missionari o semplici avventurieri si recavano nelle colonie americane o asiatiche per lunghi periodi, accompagnati da un equipaggiamento vario e complesso. La navigazione poteva durare mesi, e il loro corredo da viaggio comprendeva il letto, materiale da cucina, ingenti scorte di cibo e di bevande.
Esistevano infatti diversi tipi di bauli: esisteva il “baule-farmacia”, il “baule-biblioteca” e il “baule-letto”, ma anche bauli ideati per essere caricati su mongolfiere o quelli con appendiabiti interni, a cassetti o con bauletti più piccoli. Nell’800 la rivoluzione dei trasporti a vapore (treni e navi), favorì un nuovo tipo di viaggio: quello turistico, grazie anche alla nascita delle prime agenzie turistiche. L’avvento della locomotiva rese il viaggio alla portata di tutti, dando l’avvio al primo turismo di massa. A fare la differenza quindi, non era più il mezzo di trasporto, ma proprio il bagaglio.
Un secolo dopo, tra le due guerre mondiali, un nuovo fenomeno rivoluzionò il bagaglio: il successo dell’automobile. Esso favorì il progressivo passaggio di tante persone alle quattro ruote, ed i bagagli dovettero adattarsi. I bauli squadrati, ingombranti e pesanti, lasciarono presto il posto a valigie di dimensioni più piccole, più facilmente caricabili sulle automobili (è così che il termine baule passò ad indicare l’apposito vano dell’auto dedicato ai bagagli). Le valigie di FIBRONE (chiamato anche cartone) prima e di PELLE successivamente, ne presero rapidamente il posto, e vennero usate soprattutto dalle centinaia di migliaia di persone che migravano da uno stato all’altro. Ecco finalmente che, in questi anni, il concetto di valigia inizia ad essere molto simile a quello odierno. Capienti ma leggere, queste valigie accompagnarono per diversi decenni tutti i viaggiatori del mondo. I bauli però non vennero abbandonati del tutto, infatti furono usati fino la fine degli anni ’80 soprattutto per corredi da sposa, la famosa dote.
Agli albori degli anni ’60 invece, inizia la produzione delle valigie in materiale rigido, grazie alla conoscenza della chimica appresa negli anni e all’espansione mondiale dei derivati del petrolio. Inizialmente svilupparono valigie in acrilonitrile butadiene stirene, o meglio conosciuto come ABS, un polimero molto duro e resistente che all’epoca risultava anche molto leggero. Materiale per altro usato in vari settori tipo idraulica, elettronica, strumenti musicali, ma soprattutto per creare i mattoncini più conosciuti al mondo: i Lego (oggi usato anche per modellistica 3D). Prese piede anche un materiale usato fino a quel tempo solo nella prefabbricazione e nella produzione di componenti impiantistici: l’ALLUMINIO, sontuoso e ricercato, è stato, ed è tutt’ora, simbolo di classe ed eleganza. Questa specie di metallo però ha dei limiti: la quasi totale assenza di elasticità, che lo rende debole agli urti, ed il prezzo molto elevato.
Circa una decina di anni dopo svilupparono un altro polimero: il POLIPROPILENE. Materiale simile all’ABS, ma con un grado di elasticità superiore e quindi con una capacità migliore di assorbire gli urti. Fu invece nel 1974 che iniziarono a circolare le prime valigie con ruote, una scoperta che rivoluzionò il mondo della valigeria, ma soprattutto aiutò il sempre maggior numero di viaggiatori ad affrontare i propri viaggi in modo più confortevole.
Fino agli anni ’90 il mercato restò invariato, ma tra il 1997 e il 1998 la “vecchia” valigia orizzontale, lasciò definitivamente posto all’odierno trolley in verticale, anch’esso dotato di due ruote. Nei primi anni 2000 si iniziò ad utilizzare un nuovo materiale: il POLICARBONATO. Un polimero che mandò in “pensione” il vecchio ABS, grazie alle caratteristiche tecniche simili, ma di gran lunga più leggero. Proprio negli stessi anni iniziarono a sviluppare il trolley a quattro ruote, come quelli che conosciamo oggi. Successivamente, nel 2008, SAMSONITE acquisì il brevetto di un nuovo materiale, ultra leggero e super resistente: il CURV, una fibra di polipropilene un passo avanti a tutti i materiali esistenti ad oggi per quanto riguarda il mondo della valigeria.
Come noterete, nell’ultimo ventennio, grazie all’avanzamento tecnologico, sono stati sviluppati dei materiali sempre più performanti … gli andremo a scoprire nello specifico nella prossima newsletter! Seguiteci!